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venerdì 23 gennaio 2009

A chi appartiene l'informazione in Italia?

Beh, per iniziare giusto per vederci meglio, un bel post per capire come siamo messi a informazione in Italia.



Che l’informazione italiana sia profondamente assoggettata ai poteri politici ed economici è un dato di fatto. I gruppi editoriali dei maggiori quotidiani nazionali sono controllati da politici e da aziende.
La “Repubblica” e l’“Espresso” (oltre che Radio deejay e Radio Capital) fanno parte del gruppo editoriale “L’Espresso SpA” che risponde direttamente alle Compagnie Industriali Riunite della famiglia De Benedetti. [1]
Il “Corriere della Sera” appartiene al gruppo RCS, assieme alla “Gazzetta dello Sport”, a “Radio 105, a “Radio Montecarlo” e alle case editrici “Rizzoli”, “Bompiani”, “Fabbri Editori”, “Sonzogno”, “Sansoni”. La società editoriale ha fra i suoi maggiori azionisti Mediobanca, Fiat, il gruppo Pirelli (rappresentato dall’imprenditore Marco Tronchetti Provera), e Banca Intesa San Paolo. [2]
Il quotiano torinese “La Stampa” appartiene all’azienda automobilistica FIAT.
La Confindustria[3] (l’attuale presidente è Emma Marcegaglia) controlla il “Sole 24 Ore”. “Milano Finanza” è del gruppo “Mediolanum”, di proprietà per il 50% della “Fininvest” di Maria Elvira Berlusconi. [4]
Panorama” e “Radio 101 sono editi dalla “Mondadori” che fa parte anch’essa del gruppo “Finivest”. [5]
Il Giornale”, fondato da Indro Montanelli nel 1974 è di proprietà, per l’89%, di Paolo Berlusconi. [6]
La maggiore azionista de “Il Foglio”, quotidiano fondato nel 1996 da Giuliano Ferrara, è Veronica Lario Berlusconi, con il 36% delle azioni. [7]
Il Messaggero” e “Il Mattino” appartengono al gruppo Caltagirone Editore di Gaetano Caltagirone [8] (la figlia, Azzurra, è compagna del leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini).
Attraverso una lunga e articolata normativa, col tempo sempre più clientelare e gravosa, avviata in epoca moderna con la legge n° 461 del 5 agosto 1981, chiamata “Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’editoria”, e proseguita poi con la legge n° 62 “Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali” del 7 marzo 2001, lo Stato italiano elargisce, annualmente, intorno ai 700 milioni di euro per finanziare i vari gruppi editoriali. [9]
Alcuni esempi: il “Corriere della Sera”, e quindi il gruppo RCS, ottiene dallo Stato circa 23 milioni di euro l’anno. Il quotidiano della Confindustria, “Il Sole 24 Ore”, riceve più di 19 milioni di euro, quello della Fiat ne percepisce 7 milioni e la Mondadori, l’azienda di Silvio Berlusconi, 10 milioni, oltre a uno sconto statale per le spedizioni postali di quasi 19 milioni.[10]

[1]Cfr. Wikipedia, voce “Espresso”.

[2]Cfr. Wikipedia, voce “RCS”.

[3] Confederazione Generale dell’Industria Italiana è un’organizzazione rappresentativa delle imprese italiane (cfr. Wikipedia, voce “Confindudtria”).

[4]Cfr. Wikipedia, voce “Mediolanum”.

[5]Cfr. Wikipedia, voce “Panorama”.

[6]Cfr. Wikipedia, voce “Il Giornale”.

[7] Cfr. wikipedia, voce “Il foglio”.

[8]Cfr. wikipedia, voce “Caltagirone Editore”.

[9]Cfr. La casta dei giornali, Lopez 2007, p. 8.

[10]Cfr. Lopez, p. 3.


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