Non ve ne ho parlato prima, perché in realtà non mi sembrava una grande cosa... anzi, se devo dirla tutta mi vergognavo anche un po' della figura barbina che ho fatto. Ma giovedì ne ho sentito parlare ad Annozero, e forse è giusto raccontare la storia della giovane blogger che ha rischiato la querela da Riotta.
DAVIDE CONTRO GOLIAEra una calda mattina di venerdì 3 aprile, quando io e altri ragazzi più o meno giornalisti, ci trovavamo al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.
A parlare quel giorno c'era Gianni Riotta, allora direttore del TG1, ora direttore del Sole 24 Ore.
Dal suo brillante intervento, si deduceva facilmente che il suo tg fosse uno dei pochi a fare informazione libera in Italia. Ammirevole.
Al momento delle domande dal pubblico, un ragazzo chiese come mai, in occasione della confluenza di AN, non si fosse parlato della sentenza del tribunale di Palermo, che sanciva che FI fosse nata per espressa volontà dei clan mafiosi.
L'esimio Riotta, rispose candidamente che quando era stata emessa la sentenza, lui non era direttore e quindi non era tenuto a sapere.
Poi un altro giovane, insolente oserei dire, si rivolse a lui chiedendo perché il servizio sulla condanna dell'avvocato Mills, fosse andato in onda solo dopo quello sul centenario del tostapane. E a quel punto, il povero Riotta s'è sentito davvero offeso, o per dirla con le sue parole: "Non sono venuto al Festival del giornalismo per farmi lanciare
garbage addosso da voi!" Comunque alla fine ha spiegato che il picco di ascolti si ha a Tg iniziato e che spesso le notizie importanti vanno messe a fine notiziario o prima di altre più leggere, in modo da raggiungere più persone (infatti del terremoto in Abruzzo, di solito se ne parlava dopo i servizi sulle proprietà diuretiche del tè verde).
Ecco che arriva il mio turno.
Saliamo sul palco a fine conferenza, saremo stati 5 o 6 ragazzi ognuno con una domanda diversa.
Essendo una giornalista televisiva, io mi sono chiesta perché mi è sempre stato insegnato che la notizia di punta va in apertura del tg, mentre lui ha detto l'esatto opposto, e ho pensato di domandarglielo direttamente. Infondo è il direttore del tg1 mica del giornalino della parrocchia.
Dopo una dotta dissertazione sull'arte del fare scalette televisive, che non è mica roba da tutti, soprattuto, ha tenuto a specificare, da quel ragazzo che gli ha chiesto perché la notiza della condanna di Mills era finita dopo quella del tostapane, gli ho posto
la fatidica domanda: " Si ma lei la notizia della condanna di Mills, quella sera non l'ha nemmeno messa fra i titoli. Perché?"
E a quel punto il direttor eccellentissimo Riotta, si è un po' contrariato, devo ammetterlo. Mi ha risposto che non era vero quello che dicevo, che la notiza fra i titoli c'era. E io, memore del
video che ho fatto con i miei amici, ho ribattuto che ero certa della mia affermazione. Fra i titoli non c'era la notizia, l'ho visto il tg e sono sicura.
La risposta di Riotta è stata: "io il tg l'ho fatto e ti dico che la notizia fra i titoli c'era, tant'è che l'ultimo che ha detto una cosa del genere è stato
querelato per 150 mila euro. Ora che vinceremo la causa, useremo quei soldi per una borsa di studio per i giovani giornalisti come voi".
Beh, la sottoscritta, a sentire qelle cifre si è un po' impaurita, ovvio. Ho provato a insistere, dicendo che ricordavo bene: l'apertura era dedicata alle dimissioni di Veltroni e alla vittoria di Cappellacci in Sardegna, e visto che lui sosteneva il contrario, non avrei potuto fare altro che andare a verificare di nuovo. E lui tronfio ha continuato a sostenere che la notizia c'era e che in ogni caso le dimissioni del segretario di un partito nazionale erano estremamente importanti.
"Se lei fosse stata al mio posto -mi ha chiesto- con cosa avrebbe aperto? Le dimissioni di Veltroni o la condanna di Mills? Avanti risponda, abbia il coraggio!"
"Beh, sbaglierò -gli ho risposto io-ma avrei aperto con la notizia di Mills". E lui: "Complimenti, farà carriera nella vita, sicuramente ci sarà qualche testata che vuole persone come lei, brava".
Qui si conclude la nostra storia, col direttor esimio Riotta che sicuramente avrà dormito sereno quella sera, e io che ho rimpianto di non avergli lasciato il mio bigliettino da visita per potermi querelare con più facilità.
E VISSERO QUASI TUTTI FELICI E CONTENTI.
Sono stata poco accorta nel porre la domanda. Avessi avuto più esperienza avrei preso l'elenco dei titoli del 17 febbraio e glieli avrei sventolati in faccia, invece i 150 mila euro, mi hanno messo paura e ho mollato la presa. Ma come ha sottolineato la ragazza ad Annozero, questo, l'atteggiamento di Gianni Riotta, è emblematico.
E' l'embema del giornalista italiano. Quello che non pone la doverosa seconda domanda, perché la prima inizia sempre con "come si sente a..." o "cosa ne pensa di..." e quindi, evidentemente, non vuole che domande diverse da quelle vengano poste a lui.
Durante il convegno ho chiesto a Telese, a Travaglio, a Scanzi,
come si fa?Come si fa, davanti a persone che ti minacciano in questo modo, se alle spalle non c'è nessuno che ti protegge? Perché 150 mila euro sono tanti, io forse non li vedrò mai in tutta la mia vita, e se non ho i soldi per pagarmi un avvocato, anche se ho ragione cosa devo fare? Star zitta e porre solo domande quali "come si sente a...", "cosa ne pensa di...?"
Nessuno di loro mi ha risposto.
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