Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Pertanto, non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della L.62 del 7/03/2001.

martedì 28 aprile 2009

C'è qualcosa che mi turba

Qualcosa mi preoccupa.

Andiamo con ordine. Antonio Di Pietro si candida al Parlamento europeo, nonostante la carica di europarlamentare sia incompatibile con quella di deputato nazionale. Significa che può candidarsi, ma se eletto dovrà fare una scelta su quale carica ricoprire, come dice il regolamento dell'UE. E io a questo punto mi chiederei se Antonio Di Pietro preferisce fare il Deputato nel Parlamento italiano o in quello Europeo. Addirittura il bell'addormentato nel PD, Franceschini, dal canto suo ha proferito parola su questo argomento, dimostrando anche di avere un pensiero.




Video caricato da Trarco Mavaglio

Inoltre il Parlamento Europeo mercoledì scorso ha deciso di non revocare l'immunità parlamentare ad Antonio Di Pietro nell'ambito di un processo civile per diffazione mosso dal giudice Filippo Verdi. Lo stesso Di Pietro ha riconoscuto che ciò che aveva scritto contro il giudice su un suo articolo è stato un errore. Quindi è chiaro che il leader dell'IDV avrebbe dovuto pagare qualcosa a Verdi. E dopo le guerre e le lotte contro il Lodo Alfano non rinunciare all'immunità parlementare mi sembra decisamente poco coerente da parte di Antonino. Un po' di quelli che predicano bene e razzolano un po' così così...




Video caricato da Trarco Mavaglio

E ancora, Marco Travaglio condannato per diffamazione nei confronti dell'ex direttore Rai Del Noce per un articolo comparso su L'Unità il 6 marzo 2007 ( e non l'11 maggio, come erroneamente riportano i lanci di Agenzia).

Travaglio da Berlino (era lì per ricevere il premio per il giornalismo indipendente) annuncia un ricorso, ma diciamo che, com'è nel suo stile, non c'è certo andato leggero nei confronti di Del Noce.


Poi infine, De Magistris è stato prosciolto dalle accuse nell'ambito del processo "Toghe Lucane". Suona un po' strano il nome del Giudice per le indagini preliminari che ha emesso il verdetto: Maria Teresa Belmonte che, a quanto pare è la moglie dell’avvocato Giocondo Santoro, fratello del più noto. Non voglio entrare in merito alla decisione del GIP, se De Magistris è dichiarato innocente da un giudice sarà così.

Ma mi sorge una domanda: Se, per esempio, fosse stata la moglie di Ghedini a dichiare che Berlusconi non ha commesso un reato, come avremmo reagito?

Qualcosa mi preoccupa...


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PS. Vi invito anche a leggere il post degli amici di Generazione V


Un giorno di ordinaria follia

Incredibile ieri. Un amico mi dice che il sito di Claudio Messora è stato oscurato, che qualcuno ha detto che Giampaolo Giuliani ha denunciato Messora, un casino, ma che è successo?

Ecco la Cronistoria.
Da www.byoblu.com

L'Aquila. 26 aprile 2009. Ore serali
Molti dipendenti di aziende e uffici vengono avvisati che è meglio non recarsi al lavoro il giorno dopo. Da giorni gira si dice che il 27 Giuliani ha previsto un forte terremoto. Così come si dice in Emilia Romagna, in Calabria, in Sicilia, in Puglia, ovvero in oltre la metà delle regioni italiane, isole comprese.

L'Aquila. 27 aprile 2009. Ore 10.00 - 12.00
Molti edifici pubblici vengono fatti sgomberare. Alcuni supermercati vengono evacuati. Alcuni dipendenti del comune sono testimoni di telefonate dove già prima dell'ora di pranzo si invitava la gente a sfollare. Tutto accade molto prima dell'ora di pranzo.


L'Aquila. 27 aprile 2009. Ore 13.30
Chiamo Giuliani, gli faccio alcune domande e monto il servizio del post di ieri. Come sempre, come in qualsiasi servizio, l'audio è tagliato per evitare le parti inutili. Le sue dichiarazioni sono comunque rese nella giusta sequenza, senza manipolazioni e senza indurre alcuna considerazione forzata, come del resto è sempre stato nel mio stile. Conservo copia dell'intervista integrale e posso produrla in tutte le sedi.


L'Aquila. 27 aprile 2009. Ore 15.00
In Consiglio Regionale qualcuno cerca di far passare il concetto che l'allarme si era generato a causa di un video che girava su Facebook. A Giuliani qualcuno fa vedere un video dove si parla di eventi catastrofici, con rimescolazioni di sue vecchie interviste. Il video viene attribuito a Byoblu.Com.


L'Aquila. 27 aprile 2009. Ore 15.00
Il mio blog diviene completamente irraggiungibile. Resterà così fino a notte fonda, senza motivazione apparente e nonostante i ripetuti riavvii del server.


L'Aquila. 27 aprile 2009. Pomeriggio
In rete qualcuno inizia a far circolare la voce che io ho manipolato l'intervista e ho predetto eventi catastrofici.


L'Aquila. 27 aprile 2009. Ore 19.30
Giuliani, per cautelarsi, si reca alla Polizia e fa una denuncia contro ignoti per aver diffuso sue dichiarazioni false mediante montaggio digitale di spezzoni tratti da vecchie interviste.


L'Aquila. 27 aprile 2009. Serata
La redazione di PrimaDaNoi.It fa ascoltare a Giuliani trenta secondi dell'intervista pubblicata sul mio canale YouTube. Giuliani dichiara che l'intervista incriminata non è quella, che risulta invece corretta: «No, quella è giusta», dice in un primo momento, «quella di cui parlo io la trova digitando “27 aprile radon”. Lì ho sentito diversi toni di voce, proprio come se ci fossero stati dei tagli


L'Aquila. 27 aprile 2009. Ore 23 circa
Stefania Pace chiama Giampaolo Giuliani, il quale le dice di rassicurarmi in tutti i modi perchè l'intervista cui lui faceva riferimento, ed oggetto della denuncia, non è quella contenuta in questo blog, che viceversa riporta affermazioni veritiere, correttamente attribuite a lui.


L'Aquila. 27 aprile 2009. nottata
Giornali e televisioni, che non si sono mai sentiti quando il blog ha denunciato scandali che riguardavano personaggi più illustri, si buttano sulla notizia, riportata perfino dai TG RAI e da quelli MEDIASET. Alcuni, come il Corriere Della Sera, mettono direttamente in relazione la falsa intervista con questo blog e con il mio nome. Altri lo lasciano solo intendere.


Pineto. 28 aprile 2009. 08.45
Incontro Giuliani il quale mi conferma davanti alla telecamera che l'intervista pubblicata sul mio blog è autentica ed è quella da lui effettivamente rilasciata. Non contiene le affermazioni circa catastrofi imminenti da lui ascoltate nel video che gli hanno fatto visionare durante la giornata del 27, e l'audio non è un collage di vecchie interviste, ma rappresenta fedelmente quanto dichiarato il pomeriggio del 27 aprile a Byoblu.Com.

Queste le dichiarazioni di Giampaolo Giuliani che affermano che l'intervista di Claudio Messora è autentica.


Video di Byoblu


E questa è l'intervista autentica, in cui Giuliano NON afferma nulla che possa diffondere panico.



Video di Byoblu


Resta da capire chi e perché ha cercato di infamare Claudio Messora. Ho personalmente avuto modo di verificare che Claudio non è né un dilettante, né un fazioso in cerca di gloria, e che prima di diffondere una notizia la verifica. Siamo di fronte a un chiarissimo attacco al sistema informativo della Rete. Un BOICOTTAGGIO.

Io sto con Messora. E voi?

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lunedì 27 aprile 2009

Vi racconto una storia: LA BLOGGER MINACCIATA

Non ve ne ho parlato prima, perché in realtà non mi sembrava una grande cosa... anzi, se devo dirla tutta mi vergognavo anche un po' della figura barbina che ho fatto. Ma giovedì ne ho sentito parlare ad Annozero, e forse è giusto raccontare la storia della giovane blogger che ha rischiato la querela da Riotta.

DAVIDE CONTRO GOLIA

Era una calda mattina di venerdì 3 aprile, quando io e altri ragazzi più o meno giornalisti, ci trovavamo al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.
A parlare quel giorno c'era Gianni Riotta, allora direttore del TG1, ora direttore del Sole 24 Ore.

Dal suo brillante intervento, si deduceva facilmente che il suo tg fosse uno dei pochi a fare informazione libera in Italia. Ammirevole.
Al momento delle domande dal pubblico, un ragazzo chiese come mai, in occasione della confluenza di AN, non si fosse parlato della sentenza del tribunale di Palermo, che sanciva che FI fosse nata per espressa volontà dei clan mafiosi.
L'esimio Riotta, rispose candidamente che quando era stata emessa la sentenza, lui non era direttore e quindi non era tenuto a sapere.
Poi un altro giovane, insolente oserei dire, si rivolse a lui chiedendo perché il servizio sulla condanna dell'avvocato Mills, fosse andato in onda solo dopo quello sul centenario del tostapane. E a quel punto, il povero Riotta s'è sentito davvero offeso, o per dirla con le sue parole: "Non sono venuto al Festival del giornalismo per farmi lanciare garbage addosso da voi!" Comunque alla fine ha spiegato che il picco di ascolti si ha a Tg iniziato e che spesso le notizie importanti vanno messe a fine notiziario o prima di altre più leggere, in modo da raggiungere più persone (infatti del terremoto in Abruzzo, di solito se ne parlava dopo i servizi sulle proprietà diuretiche del tè verde).

Ecco che arriva il mio turno.
Saliamo sul palco a fine conferenza, saremo stati 5 o 6 ragazzi ognuno con una domanda diversa.
Essendo una giornalista televisiva, io mi sono chiesta perché mi è sempre stato insegnato che la notizia di punta va in apertura del tg, mentre lui ha detto l'esatto opposto, e ho pensato di domandarglielo direttamente. Infondo è il direttore del tg1 mica del giornalino della parrocchia.

Dopo una dotta dissertazione sull'arte del fare scalette televisive, che non è mica roba da tutti, soprattuto, ha tenuto a specificare, da quel ragazzo che gli ha chiesto perché la notiza della condanna di Mills era finita dopo quella del tostapane, gli ho posto la fatidica domanda: " Si ma lei la notizia della condanna di Mills, quella sera non l'ha nemmeno messa fra i titoli. Perché?"

E a quel punto il direttor eccellentissimo Riotta, si è un po' contrariato, devo ammetterlo. Mi ha risposto che non era vero quello che dicevo, che la notiza fra i titoli c'era. E io, memore del video che ho fatto con i miei amici, ho ribattuto che ero certa della mia affermazione. Fra i titoli non c'era la notizia, l'ho visto il tg e sono sicura.
La risposta di Riotta è stata: "io il tg l'ho fatto e ti dico che la notizia fra i titoli c'era, tant'è che l'ultimo che ha detto una cosa del genere è stato querelato per 150 mila euro. Ora che vinceremo la causa, useremo quei soldi per una borsa di studio per i giovani giornalisti come voi".
Beh, la sottoscritta, a sentire qelle cifre si è un po' impaurita, ovvio. Ho provato a insistere, dicendo che ricordavo bene: l'apertura era dedicata alle dimissioni di Veltroni e alla vittoria di Cappellacci in Sardegna, e visto che lui sosteneva il contrario, non avrei potuto fare altro che andare a verificare di nuovo. E lui tronfio ha continuato a sostenere che la notizia c'era e che in ogni caso le dimissioni del segretario di un partito nazionale erano estremamente importanti.
"Se lei fosse stata al mio posto -mi ha chiesto- con cosa avrebbe aperto? Le dimissioni di Veltroni o la condanna di Mills? Avanti risponda, abbia il coraggio!"
"Beh, sbaglierò -gli ho risposto io-ma avrei aperto con la notizia di Mills". E lui: "Complimenti, farà carriera nella vita, sicuramente ci sarà qualche testata che vuole persone come lei, brava".
Qui si conclude la nostra storia, col direttor esimio Riotta che sicuramente avrà dormito sereno quella sera, e io che ho rimpianto di non avergli lasciato il mio bigliettino da visita per potermi querelare con più facilità.
E VISSERO QUASI TUTTI FELICI E CONTENTI.

Sono stata poco accorta nel porre la domanda. Avessi avuto più esperienza avrei preso l'elenco dei titoli del 17 febbraio e glieli avrei sventolati in faccia, invece i 150 mila euro, mi hanno messo paura e ho mollato la presa. Ma come ha sottolineato la ragazza ad Annozero, questo, l'atteggiamento di Gianni Riotta, è emblematico.
E' l'embema del giornalista italiano. Quello che non pone la doverosa seconda domanda, perché la prima inizia sempre con "come si sente a..." o "cosa ne pensa di..." e quindi, evidentemente, non vuole che domande diverse da quelle vengano poste a lui.

Durante il convegno ho chiesto a Telese, a Travaglio, a Scanzi, come si fa?
Come si fa, davanti a persone che ti minacciano in questo modo, se alle spalle non c'è nessuno che ti protegge? Perché 150 mila euro sono tanti, io forse non li vedrò mai in tutta la mia vita, e se non ho i soldi per pagarmi un avvocato, anche se ho ragione cosa devo fare? Star zitta e porre solo domande quali "come si sente a...", "cosa ne pensa di...?"

Nessuno di loro mi ha risposto.

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sabato 18 aprile 2009

E' regime questo?

Qualcuno, a proposito della sospensione di Vauro, ha scritto "Punirne uno, per educarne cento". Qualcun'altro invece ha pensato bene di applicare alla lettera questa formula.

Si'ori e si'ore, sono lieta di presentarvi l'ultima produzione RAI: "Panico a Domenica In".




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mercoledì 15 aprile 2009

Il vignettista Vauro sospeso da Annozero: Riequilibri o riallineamenti?

Oggi la notizia: il direttore generale della RAI, Mauro Masi, ha sospeso il vignettista di Annozero Vauro.
Motivazione (e cito): "la necessita' che sin dalla prossima puntata siano attivati i necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine ai servizi andati in onda dall'Abruzzo.
[...]
Sempre in relazione alla puntata di giovedi' scorso e' stata invece valutata gravemente lesiva dei sentimenti di pieta' dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del
servizio pubblico la vignetta di Vauro Senesi "Aumento delle cubature. Dei cimiteri". Qui la vignetta incriminata.



Però quando è andata in onda la giornalista ingessata del TG dell'amico Riotta, nessuno ha proferito parola... Non è lesivo dei sentimenti di pietà dei defunti, o in contrasto con la missione del servizio pubblico, che il tg1 si compiaccia dei picchi di share ottenuti grazie a una tragedia che ha visto morire quasi 300 persone?



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venerdì 10 aprile 2009

Berlusconi:darò le mie case agli sfollati

Premier: ''indispensabile clima di unita' politica''

(ANSA) - L'AQUILA, 10 APR - ''Molte persone hanno offerto le loro case agli sfollati, anche io faro' quello che potro' offrendo delle mie case''. Cosi' Berlusconi.''Di fronte ad un accadimento come questo il clima di unita' politica non e' solo necessario ma indispensabile'', ha aggiunto il premier a L'Aquila. Intanto e' in salvo, a dispetto dei primi timori, gran parte del materiale conservato nell'Archivio di Stato dell'Aquila sara' trasferito nell'archivio di Stato di Sulmona.

Voglio credergli.
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giovedì 9 aprile 2009

Berlusconi: "il terremoto come un camping del fine settimana"



Berlusconi parla delle condizioni degli sfollati. Secondo il nostro premier dovrebbero sentirsi come ad un camping del fine settimana, in attesa che l'assetto organizzativo si sistemi.

Ora è tardi e non ho il tempo per approfondire la questione. Ma la stampa estera non ha preso molto bene queste dichiarazioni.
Posterò tutti i dettagli prestissimo.

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mercoledì 8 aprile 2009

Tragedie e sciacallaggi 2.0: siamo uomini o giornalisti?

Mi ero ripromessa di non fare mai copia/incolla di articoli altrui su questo Blog. Ma questo pezzo dell'amico Alessandro, merita davvero di essere letto.
Grandissimo Ale
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Da Giornalettismo.com

di Alessandro D'Amato (Gregorj)
postato alle 09:31 del 8 aprile 2009 in Rassegna stampa


I fatti: il Corriere della Sera, in occasione del terremoto in Abruzzo, chiede ai lettori di inviargli foto e contributi dalle zone colpite dal disastro. Il motivo sembra nobile: “Le forme di citizen journalism sono ormai diffuse in tutti i principali siti di informazione del mondo, dalla Bbc (gli attentati nella metropolitana di Londra) al Nyt (la nevicata su New York). E’ una opportunità per dialogare con i propri lettori, per dare modo ai protagonisti degli eventi di contribuire all’informazione del proprio giornale“.













Se non che, accade l’irreparabile: qualcuno decide di inviare al giornale una foto che si riferisce a un terremoto accaduto in Cina per vedere se a via Solferino 2.0 sono talmente fessi da cascarci. Ovviamente, sono talmente fessi da cascarci. E quando la cosa diventa pubblica, ecco che il quotidiano affida la propria pubblica difesa a Marco Pratellesi, il quale, con un pistolotto degno di miglior causa (e scrivendo, alla napoletana, “jUornalism” invece che journalism nelle tag del pezzo), si difende così: “Alcuni di voi si saranno accorti che dopo qualche ora abbiamo tolto la possibilità di inviare le foto.
E’ successo che qualcuno si è divertito (ma cosa c’è di divertente in una tragedia con tanti morti!) a inviarci una foto del terremoto in Turchia. Noi l’abbiamo pubblicata. Non siamo stati così smaliziati da pensare che qualcuno potesse avere interesse a svenderci una foto di macerie per un’altra. Non abbiamo verificato e ce ne scusiamo. Ma come si potevano verificare delle macerie? Ora noi abbiamo sbagliato a pubblicare la foto. Però il giornalismo partecipativo, che la rete tanto promuove e che noi proviamo ad applicare, è fatto anche dalla serietà e dall’impegno dei lettori. Se vogliamo migliorare la qualità dell’informazione in Italia dobbiamo impegnarci tutti, noi giornalisti e voi lettori“. A difendere le ragioni del più forte, as usual, interviene anche Massimo Mantellini: “Personalmente credo che Marco abbia fatto male a parlarne così estesamente, per conto mio non si deve fare troppa pubblicità agli imbecilli, non vale la pena discuterci, l’unica cosa da fare è ignorarli. [...] le motivazioni del gesto rivoluzionario di prendere per il naso la casta dei giornalisti sia semplicemente una cosa flebile e scema. Giocata per di più sul dolore di tante persone“.

Diciamocela tutta: una presa di posizione e un linguaggio del genere, da Mantellini, dovevamo aspettarceli. Essendo un classico esempio di coniglio mannaro, il suo blog è pieno di prese di posizione generiche contro “i media tradizionali“, che di solito sono seguite da sperticati elogi alle persone in carne ed ossa che in quei media si ritrovano ad avere posizioni decisionali: d’altronde, anche i blogger tengono famiglia. E si sa, criticare genericamente “il sistema” è facile; dare addosso a chi potrebbe rimediarti prima o poi una consulenza è invece cosa da “only the brave“. Quello che stupisce è invece l’argomentazione “difensiva” del Corriere. Come in occasione della morte di Marge Simpson qui inscenata qualche tempo fa, è davvero incredibile che qualcuno giustifichi la propria debbanaggine incolpando gli altri di averla sfruttata. Non c’è alcun bisogno di difendere l’autore dello scherzo (lo fa benissimo da sé), ma è assolutamente necessario far notare che lo sciacallo non è chi sfotte, ma chi crede che permettere ai propri lettori di partecipare a un evento consista nel regalare loro così il classico quarto d’ora di celebrità di wahroliana memoria. Ridicolo: un comportamento del genere è invece la perfetta versione 2.0 del giornalista che va dalla persona che ha appena perso un figlio nel terremoto per chiedergli come sta e se vuole lanciare un messaggio alla nazione. Pornografia applicata dopo aver malamente introiettato un paio di libri di 120 pagine editi da professori di Scienze della Comunicazione. Brunovespismo militante, e anche inutile, visto che, se proprio il Corriere avesse inteso far partecipare l’uomo della strada all’elaborazione del lutto per il terremoto in Abruzzo, avrebbe potuto benissimo mandare uno dei suoi giornalisti a cercare su Flickr o su Picasa foto e testimonianze, evitando così di incappare nella burla di un buontempone, invece di fare accattonaggio virtuale chiedendo ai lettori di inviare foto. Purtroppo, il coraggio uno non se lo può dare. E, se non può darsi quello, figuriamoci la voglia di mettersi a cercare - e impegnarsi, quindi: una cosa che dovrebbe fare chi è pagato per svolgere la professione di giornalista - e verificare che quanto inviato corrisponde a verità. Ma questo, diciamolo, sarebbe stato troppa fatica: meglio prendersela con il destino cinico e baro, e con chi “specula sulle tragedie”. Infatti, al Corriere pensano che si possa solo speculare sui lettori.

Ora, dice Wikipedia che fare del citizen journalism vuole dire “playing an active role in the process of collecting, reporting, analyzing and disseminating news and information“. Traducendo la retorica in fatti, questo vuole dire che il Corriere farebbe del citizen journalism se pubblicasse, ad esempio, il contributo di un lettore che racconta con fatti veri e verificabili il comportamento scorretto o comunque eticamente criticabile di un’azienda. Ma questo non accadrà mai, visto che a via Solferino hanno dedicato appena cinque righe alla protesta in piazza degli operai di un’impresa che ha deciso di spostare i suoi stabilimenti fuori dall’Italia, e l’ha fatto perché questa azienda è fra i suoi azionisti di riferimento. Invece di fare il predicozzo a chi li percula, al Corriere dovrebbero chiedersi se chi si comporta così è un uomo o un giornalista. Diceva il vecchio Habermas che “la sfera pubblica è diventata ormai la corte in cui si dispiega il prestigio, e non è più, invece, il luogo in cui si manifesta la critica“. Ecco, non si capisce mica perché quando a corte si presenta il bambino per urlare il classico “Il re è nudo!”, bisognerebbe prendersela con il pupo invece che con il regnante. Invece di indignarsi per una presa in giro, il Corriere poteva utilizzare meglio la sua autorevolezza. Ad esempio, facendo scrivere a uno dei suoi strapagati editorialisti quello che invece ci tocca leggere sul blog di Retore: “Perché non spendere almeno una parte dei soldi destinati alle famose grandi opere per mettere in sicurezza (cosa tecnicamente possibile) almeno gli edifici pubblici fondamentali in tutte le zone ad alto rischio sismico costruiti prima che le regole costruttive antisismiche diventassero obbligatorie, onde evitare spettacoli terzomondiali come l’inagibilità dell’ospedale de L’aquila, che è quasi crollato dopo un terremoto di circo il 6° grado della scala Richter, potenza sismica in astratto tutt’ altro che catastrofica per l’epoca attuale e che in Giappone o in California avrebbe causato solo lievissimi danni?“. Questo, semmai, è ciò che dovrebbe dire un media serio. Il resto è demagogia: piccola, squallida, futile demagogia.

(vignetta di Mauro Biani)