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mercoledì 18 febbraio 2009

E' morto un popolo

Mi dispiace Presidente.
Mi dispiace rendermi conto che il mio popolo, la mia terra, il mio sangue si sia venduto al conquistatore e che di nuovo abbia abbassato la testa.

Mi dispiace Presidente.
Forse potrei offenderla, ma che lei abbia perso mi dispiace meno del fatto che abbia vinto Belusconi.
Si Berlusconi, sappiamo bene, che è lui il reale candidato, e che Cappellacci è solo una prestanome.

Mi dispiace Presidente.
Mi dispiace che noi, su internet, abbiamo speso tempo, fatiche e impegno, per contrastare la disinformazione in atto. Per svelare le carte e rivelare le cose per quello che erano: false,
bugiarde, costruite (e neanche tanto bene) ad hoc.
Erano sotto gli occhi di tutti, ma le persone non hanno visto, anzi non hanno voluto vedere. Hanno scelto di girarsi dall’altra parte.

Mi dispiace Presidente.
Mi dispiace che abbia vinto la mafia, l’impunità, la grettezza e l’illegalità.
Mi dispiace che la mia gente si sia venduta allo zio d’america, che spande e spende grossi
sorrisi e barzellette, mentre dovrebbe stare in carcere a pagare per quello che ha rubato.


E infine, mi dispiace Presidente.
Mi dispiace che Lei, forse, sul serio voleva fare qualcosa per la Sardegna. E sul serio credeva in noi, nelle nostre possibilità, nella nostra intelligenza.
E invece ci ritroviamo qui, in balia di persone che tagliano i fondi all’istruzione perché c’è crisi e da qualche parte bisogna risparmiare. E che spianano la strada ai loro figli, per prendere il loro posto all’interno della classe dirigente: gli unici che avranno i soldi per studiare. Così che ci potranno sempre tenere in bilico sull’ orlo della povertà e ci potranno controllare.

Mi dispiace Presidente.
Mi dispiace aver dovuto smettere di sentirmi Sarda, e mi dispiace veder vacillare i miei ideali di giornalista giovane ma onesta che crede ancora che il sapere sia libertà.

Mi dispiace.

bed

3 commenti:

  1. Bonaiuti dice bene
    “l’antiberlusconismo non porta da nessuna parte”
    si, Bonaiuti dice davvero bene
    lo sappiamo bene qua in Italia
    che l’onestà non paga
    che chi è buono è fesso
    che il voto di scambio è la regola
    che alla tele non vanno i programmi culturali
    che a mettersi contro la chiesa si perde sempre
    che chi fa un progetto sfidando le logiche di potere è già fuori prima di entrare
    che la giustizia non è uguale per tutti
    che la sanità non è uguale per tutti
    che istruzione e lavoro non sono uguali per tutti
    cittadini di gomorra
    rassegnatevi al vostro destino
    e chinate il capo davanti al vostro padrone

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  2. Dici bene, cara Bed, le persone non hanno voluto vedere.
    Anche io speravo che le cose andassero in modo diverso.
    Speravo che almeno noi sardi avremmo dimostrato che l'assoggettamento non è sempre visto come l'unico stile di vita possibile.
    Speravo che noi sardi ci saremmo svegliati... e invece stiamo continuando a dormire, non è cambiato niente da quando sono venuti sulle nostre coste i primi dominatori.
    Mi dispiace che i sardi non abbiano capito che hanno regalato la loro, e nostra, terra allo "strangiu"... o che l'abbiano venduta per un misero piatto di lenticchie!
    Non è a Cappellacci che hanno venduto la loro terra: l'hanno venduta a Berlusconi che ne farà una succursale di Arcore. Non ci sarà legge, o leggina o leggetta che prima di venire promulgata da Cappellacci e dal suo esecutivo, non avrà ottenuto l'approvazione da Arcore.
    E' finito il sogno di essere "la regione più istruita d'Europa", perchè il potere vuole che la massa rimanga nell'ignoranza... perchè se ignora, non pensa; se non pensa, non pone domande; e se non pone domande, non chiede risposte. E quindi qualsiasi cosa faccia l'esecutivo, qualsiasi cosa dica l'esecutivo, alla massa andrà sempre bene, perchè non ha i mezzi cognitivi per metterlo in dubbio.
    Non è giusto, però.... io rivoglio indietro la MIA terra!

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  3. Ciao Carissima,
    noto nel tuo post tanta amarezza che è la stessa mia delusione. E la sento ancora dentro di me. Ma la razionalità deve prevalere. E non ho dubbi che questo accadrà. Se il periodo di Soru ha rappresentato una Sardegna che pensa e che decide, penso che questo invece sia il momento della lotta a dell'attenzione. Attenzione ad ogni riunione del Consiglio Regionale, ad ogni decisione ad ogni dichiarazione. Questo penso sia il nostro compito d'ora in poi. Ognuno nel proprio ambiente sociale ma insieme per non lasciare il campo libero a questi nuovi e soliti barbari.
    Buon Lavoro Bed...a presto Rob

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