Certo, Minzolini non è Riotta. Se non altro si differenziano per la folta chioma e gli occhialoni discreti alla “piccolo nerd”. Perché per quanto riguarda il servilismo governativo sono identici.
Nell’ottobre 2008 il TG1 del Ri(c)otta dava la notizia della condanna per diffamazione di Marco Travaglio. Il diffamato, poveruomo, era Cesare Previti che per chi non lo ricordasse, come è successo a Riotta, è stato condannato a 11 anni nel processo Imi-Sir. Nella breve letta allora al TG1 si omettevano 2 dettagli: il primo grado della condanna di Travaglio e i precedenti giudiziari di Previti.
Beh è giusto in fondo dare la notizia che un giornalista ha diffamato un povero deputato di FI, mica si può censurare (Riotta docet).
Quindi uno si fa due calcoli e pensa: “per cui se condannassero per diffamazione altri giornalisti, magari pure dipendenti del servizio pubblico, il TG1 ce lo dirà”.
E invece no.
E qui la notizia (quando il mio insegnante di giornalismo vedrà che è qui a metà pezzo mi farà nera eheheh…metto le mani avanti: prof, mi sono concessa uno strappo alla regola): Bruno vespa e la giornalista Valentina Finetti sono stati condannati in appello per diffamazione lo scorso 20 luglio, dalla quinta sezione penale della corte di cassazione. Dovranno pagare mille euro di multa, un patrimonio proprio, per un servizio del 13 febbraio 2002 che ‘Porta a Porta’ ha dedicato al delitto dell’Olgiata vicino Roma in cui, il 10 luglio del 1991, era stata uccisa la contessa Alberica Filo della Torre.
Secondo l’accusa, il servizio di Porta a Porta, offendeva la reputazione del marito della vittima, Pietro Mattei, e dei figli, accostando l’omicidio a misteriosi conti miliardari, ad una relazione extraconiugale della contessa con un funzionario del servizi segreti, a un desiderio della stessa di divorziare, ai fondi neri del Sisde, a presunti depistaggi.
Inoltre nel servizio si diceva anche che Mattei era stato sospettato dell’omicidio ma scagionato grazie all’analisi del DNA, dopo le accuse di una donna che avrebbe fornito ai magistrati nuovi elementi, come gli abiti che l’uomo avrebbe indossato il giorno dell’omicidio, ma non aveva riferito che la donna era stata condannata per diffamazione a mezzo stampa in danni di Mattei.
«Auguro a tutti i direttori di giornali di prendersi dopo tanti anni una condanna a mille euro di multa, per omesso controllo di una notizia per la quale era stata offerta anche una rettifica», è il commento di Vespa.
Uuuuu chi non non l'ha mai sognato almeno una volta nella vita?
bed
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