Un lungo fiume in piena. Almeno duemila agende rosse che da Piazza Bocca della Verità si sono riversate sulle strade di Roma fino a raggiungere Piazza Navona.
È stata questa la marcia delle agende rosse organizzata dall’Associazione nazionale dei familiari delle vittime della mafia e fortemente voluta da Salvatore Borsellino.
C'erano genti da tutta Italia: Calabria, Sicilia, Campania, ma anche Piemonte, Lombardia, Sardegna, Marche, tutti con la stessa agenda rossa, come quella che Paolo Borsellino usava per segnare i suoi appuntamenti e che contiene, per citare Gioacchino Genchi “lo schifo di questa nazione su cui hanno costruito i destini d’Italia”. Quell’agenda rossa che ora è sparita.
In testa al corteo, Salvatore Borsellino instancabile, che fino all’ultimo ha urlato "RESISTENZA", con quel suo inconfondibile accento.
Sul palco di piazza Navona, si sono poi susseguiti numerosi interventi: giornalisti, famigliari dei morti ammazzati dalla mafia e poi lei. Cecilia, una ragazzina di 14 anni. Il suo intervento merita sul serio di essere ascoltato.
C’erano anche Sonia Alfano, Carlo Vulpio, Antonio Di Pietro, presenti in veste di cittadini, anche se IDV ha sponsorizzato l’evento.
E c’era anche Pino Masciari, l’imprenditore che denunciò il pizzo e che per questo vive nascosto perché in pericolo, Nicola Tranfaglia , Benny Casalenzio fratello di una delle vittime della mafia.
In collegamento telefonico sono invece intervenuti, Beppe Grillo, Marco Travaglio e Giulio Cavalli, attore, autore, scrittore e regista: Si occupa di RadioMafiopoli, attraverso la quale denuncia le infiltrazioni della Mafia nel Nord Italia. A causa del suo impegno civile, Giulio ora vive sotto scorta dopo aver ricevuto minacce di morte.
Non era invece presente nessuna rappresentanza dello Stato, Napolitano ha dichiarato di non voler partecipare alle manifestazione politicizzata.
Contento lui…
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PS. A breve un'intervista a Salvatore Borsellino
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